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Pieve Vergonte

Il 16 Marzo 1328 segna la fine d'ogni grandezza ed importanza degli antichi borghi di Vergonte e di Pietrasanta.
Gli abitanti superstiti, che non avevano per anco dimenticato il disastro di Vergonte, sulle cui rovine avevano fra speranze e timori costruito i loro casolari, temendo nuove sciagure, passarono in buona parte a popolar Vogogna ed in parte nelle frazioni di Rumianca, Loro, Fomarco. Non tutti però si allontanarono da Pietrasanta, poiché ad alcuni non bastando l'animo d'allontanarsi, nè sapendo altri forse dove ripararsi, sulle rovine di Pietrasanta riattarono e ricostruirono le loro abitazioni portandosi sempre più verso mezzodì ed addossandosi alla montagna, benché per ben due volte si fossero veduti così terribilmente provati.
Di qui ebbe origine Pieve Vergonte ridotto ora, in quanto a circoscrizione civile, ad una frazione del comune di Rumianca; ma sempre sede di Pievania, e Parrocchia che a sua volta comprende sotto di sé la frazione di Rumianca, quella di Loro e l'intiero comune di Fomarco, posto sul pendio della montagna, diviso in dodici gruppi di case, da alcuni dei quali si godono deliziosi panorami. Pieve Vergonte, così fortemente provato nei passati secoli, ridotto oggi a ricordo glorioso dei tempi che furono, ha però l'aspetto di quei paesi, dove religione e civiltà apportarono quel miglioramento che tanto si desidera ai nostri tempi.

Mediante la ferrovia Novara - Domodossola si trova in comunicazione con Novara, Milano, Torino, Genova, dove i nostri nonni dovevano per recarsi, impiegare intere settimane, dopo d'aver fatto ad ogni buon conto il loro bravo testamento: presto il tunnel del Sempione lo metterà in comunicazione coi paesi della Svizzera. Le miniere aurifere di Valtoppa e di Croppino, dove trovano lavoro una parte dei nostri operai, hanno fatto sì che prima a Fomarco, ora a Pieve Vergonte vi si impiantassero importanti stabilimenti metallurgici.

E' pur degna di riconoscente ricordanza e d'alto encomio la beneficenza del fu dottor Giovanni Cicoletti e di sua consorte Eugenia Querrini, i quali morendo l'uno il primo Giugno 1883, l'altra il diciassette Agosto 1884 legarono la loro vistosa eredità ai poveri della Parrocchia, fondandovi un asilo infantile e dotando d'annuo assegno la scuola femminile della frazione di Pieve, col disporre da ultimo che il reddito della rimanente loro sostanza fosse distribuito ai poveri. Nè furono dimenticati dai predetti benefattori, la Chiesa e la prebenda parrocchiale di cui aumentarono gli scarsi redditi.