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Pietrasanta

E' grande in tutti l'amor della patria e del dolce loco natio; ma questo affetto si scorge maggiormente negli abitatori delle montagne. La vista delle rovine di Vergonte, che avrebbe dovuto incutere orrore pel luogo agli abitanti scampati alla morte e li avrebbe dovuti indurre a stabilirsi altrove, sembra invece che abbia prodotto in loro un effetto tutto contrario. Essi infatti spinti dal grande amore che portavano al loro borgo, spinti dalla miseria più squallida in cui si videro ridotti in breve ora, di buona lena si misero a riattare ed a ricostruire le loro case presso le stesse rovine di Vergonte portandosi però nell'edificare le nuove piuttosto a mezzodì e verso la montagna. Il bisogno che sentivano i numerosi abitanti di ripararsi dalle intemperie, fece sì che, quantunque in parte la popolazione si fosse recata sulla sponda sinistra del Toce a popolar Vogogna che incominciava ad edificarsi al dir del Cotta, sorgesse in breve tempo un secondo borgo poco meno importante del primo.

Nel nuovo borgo continuarono ad avere la loro sede i rappresentanti del potere civile e religioso. Di bel nuovo fu cinto di mura, di fossati, di torri, sicchè prese l'aspetto di una vera fortezza. Ne fu però mutato il nome di Vergonte in quello di Pietrasanta, quantunque nella storia e nei documenti si trovi il nuovo borgo chiamato ora Pietrasanta ora Vergonte ora Vergonte di Pietrasanta. Come nessuno ci seppe precisare il tempo della distruzione di Vergonte, così nessuno sin ora ci seppe dare la ragione plausibile per la quale il nuovo borgo sorto a fianco di Vergonte sia stato chiamato Pietrasanta. Il Tiraboschi, che ci lasciò memoria del convento degl'Umiliati di Vergonte, dice che il nuovo borgo fu chiamato Pietrasanta da un sasso che riportava macchie del sangue di un martire, ossia pietra resa sacra dal sangue di un martire. Ma neppure il Tiraboschi si mostra persuaso che sia questa la vera origine del nome Pietrasanta, poiché vi mette la parola << ut fertur >> che vuol dire <>.
Appaga di più la ragione che ne dà il Bianchetti nella sua storia dell'Ossola Inferiore, secondo la quale ci sarebbero notizie più sicure sulla distruzione di Vergonte e sull'origine di Pietrasanta.
Scorrendo gli annali Novaresi, dice il Bianchetti alla pagina 178, trovo che negli anni 1250 e 1251 era podestà di Novara Guiscardo de Petra - Sancta appartenente ad antica e nobilissima famiglia Milanese, figlio,. come dimostra il Giulini, di quel pagano de Petra - Sancta che fu podestà di Bologna nel 1230 e di Genova nel 1232. Ora crede il Bianchetti che il disastro di Vergonte sia appunto avvenuto nel 1250 o nel 1251, e che il Guiscardo, riconoscendo di quanta importanza fosse pel Comune di Novara il possedere nel cuor dell'Ossola Inferiore un luogo forte e ragguardevole, abbia con ogni cura fatto edificare presso le rovine di Vergonte un nuovo borgo, cui volle imporre il proprio nome.

Questo stesso Guiscardo, podestà di Lucca nel 1255 fece nella Versilia dipendente da quella città edificare un altro borgo col nome di Pietrasanta, nome che ancora conserva. Quindi è che per analogia che il Bianchetti crede che il Guiscardo essendo ai tempi della distruzione di Vergonte podestà di Novara, abbia aiutato e accelerato la ricostruzione del nostro borgo qui nell'Ossola, assegnandogli il suo stesso cognome di Pietrasanta. Ma qualunque sia la ragione per la quale il secondo borgo fu chiamato con diverso nome del primo, consta che fu tenuto dal Comune di Novara in grande considerazione.
Di fatto appena risorto il borgo di Pietrasanta, fu stabilito per decreto del predetto Guiscardo che, a prevenire nuove sciagure, ogni podestà di Novara, dopo due mesi dal suo ingresso in officio, dovesse spedire a Pietrasanta due delegati assieme con un notaio e un ingegnere, affinché sul luogo prendessero le misure necessarie e più efficaci per allontanare i pericoli che potessero minacciare il borgo da parte dell'Anza o dal'altro torrente. Stabilì inoltre che, dopo otto giorni dal ritorno della Commissione a Novara, dovessero le proposte prese sul luogo essere presentate ed immediatamente discusse dal consiglio maggiore, il quale avrebbe preso le opportune deliberazioni. Questo decreto fu nel 1284 al 21 ottobre inscritto negli Statuti del Comune di Novara.
Negli stessi Statuti sotto la data 27 Ottobre 1270 si fa memoria del pedaggio di Pietrasanta, il cui reddito venne in parte destinato a pagare i debiti verso i soldati. In altro Statuto della predetta città dal 14 gennaio 1276 si proibisce ai Conti di Castello e di Crusinallo di dimorare come Signori o Podestà del borgo di Vergonte ossia Pietrasanta. Si fa cenno nel 1301 al 20 di Settembre di una sentenza pronunciata da Leonardo de Perrazzo, Vicario dell'Ossola inferiore, in burgo Vergunti subter copertum Petrae - sanctae in favore del comune di Omegna contro Mergozzo.

Tutto questo ci dà a conoscere come Pietrasanta ebbe nell'Ossola la stessa importanza di Vergonte. Ma la durò a lungo Pietrasanta? Contava la nostra borgata, sorta sulle rovine di Vergonte circa 80 anni, dalla sua fondazione quando nell'inverno tra il 1327 e 1328, assai rigido, accompagnato da frequenti ed abbondanti nevicate, il freddo che si era sempre mantenuto intenso sino ai primi di marzo del 1328 conservando le nevi gelate specialmente sulle vette dei monti, verso la metà di marzo cessò, ed essendosi di molto raddolcita la temperatura specialmente per lo spirare continuo di venti marini le nevi si sciolsero rapidamente producendo una piena generale in tutti i corsi d'acqua.
Il 16 marzo1328 dalle montagne che si alzano sopra Drocola, frazione di Castiglione Ossola, s'era staccata una grossissima valanga, la quale precipitando a valle arrestò il corso dell'Anza allora rigurgitante. Ma la massa delle acque crebbe in breve in modo spaventoso liquefacendo le nevi, finche aiutata dalle forza della corrente, ruppe la momentanea diga e rovesciandosi giù con impeto pei sottostanti burroni si portò al piano. E' qui da notare che a quei tempi i detriti e le arene portate dal Toce e dall'Anza avevano formato un rialzo con pendenza verso Pietrasanta.
Non appena la fiumana si trovò libera, deviando dall'ordinario suo corso, si diresse all'improvviso a Pietrasanta e rotte le mura in men che non si dice ridusse tutto il borgo in un ammasso dio rovine.
La tradizione dice, che per essere questo secondo disastro accaduto di giorno, la maggior parte della popolazione potè salvarsi.